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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Lo dice la mano - una storia vera.

 Il viaggio sul treno che parte da Torino Porta Nuova alle 7 e giunge a Milano Centrale alle 8 è il simbolo della precisione della mia trasformazione. In un’ora esatta la mia personalità cambia e si adatta: a Torino sono in modalità mestamente rassegnata, appena valicato il confine con la Lombardia attivo l’opzione Sopravvivenza. Milano è ottimista, ma di un ottimismo derivante dalla stessa industriale disperazione torinese, rielaborata in chiave statunitense. L’ape dopo il lavoro a Torino non te lo fai: ecco perché hai la stessa flemma in uscita di quando timbri l’entrata. A Milano cammino veloce, rido di più, sorseggio Barolo in allegria. La città all’inizio sembra inospitale per un forestiero: a Torino sei abituato alle finte carinerie, al cioccolatino servito insieme al caffè, al buongiorno allegro di un barista che (ne sei consapevole) vorrebbe fare tutto fuorché il tuo caffè.  Milano è più schietta e pragmatica: ti schiaffano la tazzina sul piattino e devi anche muoverti a liber

La simmetria dei desideri, recensione

La simmetria dei desideri è uno dei migliori romanzi che io abbia mai letto: un libro che parla d'amicizia, d'amore, di vita e di morte, e che analizza con precisa profondità ciascuno di questi temi. L'amicizia tra i quattro protagonisti è la ragione d'essere del libro, presentato come un manoscritto ancora in stesura. Questi sono paragonati ai quattro elementi, così incontriamo: Il dongiovanni Churchill, l'avvocato/fuoco che ammalia tutti con le proprie parole;  Il pubblicitario/aria Ofir, che teme la potenza delle proprie parole e le abbandonerà per dare un senso più profondo alla propria vita - sospinto dal vento della scoperta;  Il venditore/Terra Amichai, che basa la propria vita sul valore della fedeltà e resterà sempre sempre il punto fermo del gruppo; Il traduttore/aria Yuval, il nostro scrittore che, comunicando attraverso i propri silenzi, funge da collante.  In questo romanzo d'amicizia, ognuno ha un ruolo: l'unico a non aver consapevolezza del pr