La simmetria dei desideri, recensione

La simmetria dei desideri è uno dei migliori romanzi che io abbia mai letto: un libro che parla d'amicizia, d'amore, di vita e di morte, e che analizza con precisa profondità ciascuno di questi temi.

L'amicizia tra i quattro protagonisti è la ragione d'essere del libro, presentato come un manoscritto ancora in stesura. Questi sono paragonati ai quattro elementi, così incontriamo:

  • Il dongiovanni Churchill, l'avvocato/fuoco che ammalia tutti con le proprie parole; 
  • Il pubblicitario/aria Ofir, che teme la potenza delle proprie parole e le abbandonerà per dare un senso più profondo alla propria vita - sospinto dal vento della scoperta; 
  • Il venditore/Terra Amichai, che basa la propria vita sul valore della fedeltà e resterà sempre sempre il punto fermo del gruppo;
  • Il traduttore/aria Yuval, il nostro scrittore che, comunicando attraverso i propri silenzi, funge da collante. 

In questo romanzo d'amicizia, ognuno ha un ruolo: l'unico a non aver consapevolezza del proprio è Yuval, che partecipa insieme agli altri all'iniziativa di scrivere tre desideri su dei bigliettini in occasione dei Mondiali, nella speranza di vederli realizzati in occasione dei successivi. Ciascuno degli amici esprime tre desideri di realizzazione personale, eccetto Yuval, che concentra la propria volontà su una donna. L'intera vicenda si incentra sulla ricerca di Yuval di uno scopo ulteriore, di un desiderio che completi la simmetria che emerge da quelli espressi dagli altri tre amici. 

"Forza fratello, svegliati!" è ciò che Churchill grida a Yuval, ma è anche ciò che tutti i lettori vorrebbero gridare a lui e a loro stessi, per contrastare l'immobilismo che affligge l'essere umano quando sente di non avere uno scopo -per il solo fatto di non aver preso coscienza della propria importanza, della meraviglia della vita.

Come anticipato, la trama del romanzo si svolge proprio a partire da questi bigliettini, tra flashback e riflessioni profonde sul significato di avvenimenti, sul senso della vita e su quello della morte, sull'illusione dell'amore, ed ogni capitolo è concluso da lunghe citazioni di famosi saggi filosofici, mentre il contesto storico del conflitto israelo-palestinese funge da sfondo lontano (ma comunque importante) agli eventi narrati.

La profondità dell'autore è completa sotto ogni punto di vista: non c'è personaggio la cui vita non sia approfondita, non c'è aneddoto privo di riflessione, non c'è psicologia che manchi di essere completata da riferimenti filosofici. La cultura dell'autore emerge da ogni citazione, da ogni riferimento a Kierkegaard e Heidegger, al teatro o a saggi di ricerca di varie discipline che la voce narrante Yuval - il Traduttore- si trova a dover fronteggiare nella propria attività. L'immensa cultura che emerge non risulta mai stucchevole (come invece avviene ne L'eleganza del riccio) ma accompagna con delicatezza il lettore in un viaggio straordinario nella propria interiorità, conferendo al romanzo uno stile sensibile e sfaccettato, poliedrico grazie alle decide di influenze.

In un mondo in cui "Qualunque nobody crede di saper scrivere un libro", Nevo ci riesce veramente, aprendo ferite nei propri lettori che difficilmente potranno essere colmate da letture altrettanto appassionate. 

Inserisco qui alcune citazioni per convincervi a leggerlo:

"La prima telefonata dopo che ti è successo qualcosa di molto allegro o di tremendamente triste ti viene dalla pancia, non dal cervello, e la fai alla persona che senti più vicina, più amica."

"Quando un pessimista ha ragione, non gioisce. Una minuscola gocciolina amara gli tocca la lingua. Niente di più."

"L'ho abbracciata. Più forte, ha chiesto, voglio che mi faccia male. L'ho abbracciata, ma senza farle male. Non potevo farle male. Non a lei. Sono sballata, ha detto. C'è qualcosa di essenzialmente sbagliato in me. Il suo corpo si dimenava fra le mie braccia. Siamo tutti sballati per il semplice fatto che siamo esseri umani, le ho ripetuto quello che avevo già detto una volta a Ofir. Ma io di più, ha insistito. Non capisci... a parte te, tutti gli uomini con i quali sono stata mi hanno sempre fatto del male... evidentemente in me c'è qualcosa che attira il male, che vuole il male. Mi sono ricordato di tutte le volte che avevo infierito leggermente su di lei, l'avevo presa in giro, le avevo tolto un dolce, mi ero rifiutato di rivelarle cosa avevo scritto sul foglietto dei Mondiali, e quanto le era piaciuto."

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