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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Pensiero sull'ikea 2

Sei contento di arrivare alle casse finché non vedi la fila e decidi di abbandonare persino la solitaria candela alla fragranza di radici d'Amazzonia e lacrime di gnu che avevi deciso di acquistare. Eri carina, ma non ne valevi la pena.

Cara Chiara

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Scrivo questa recensione a quasi un anno di distanza dall'acquisto del libro con ancora davanti agli occhi l'espressione stranita del mio accompagnatore che dovette guardarmi muovermi all'interno della libreria come fossi di casa alla ricerca di un titolo fresco.   L'avevo avvisato "ci metterò un po', mettiti comodo".  Per fortuna non fu una lunga ricerca. Cercavo una cosa leggera, semplice, allegra. Non parlare con la bocca piena. Mi piaceva il titolo, mi piacevano le tazzine da caffè in copertina, era mio. Poco mi soffermerò sullo stile giacché ormai sapete che non amo fronzoli e frasi da poeti da strapazzo (di cui il romanzo è totalmente privo) e paragonerò la penna di Chiara Francini ad un'acqua brillante con ghiaccio e limone in un'afosa giornata estiva. I due papà di Chiara, il fidanzato di Chiara, i gatti di Chiara, l'albero di Natale di Chiara, le riviste anni '90 di Chiara, tutto parla di Chiara ma anche di tante altre

Pensiero sull'Ikea 1

Corso Svezia, Torino.  Siamo in Italia, facciamo gli italiani.  Chiamiamolo come qualcosa di simbolico per il nostro Paese.  Corso evasione fiscale, ad esempio.

Poesia contemporanea sull'amore priva di punteggiatura e di metrica con titolo ironico che se fosse scritta da Catalano o dal tizio degli aforismi venderebbe molto a mio dire

Quando tolgo il cappotto  e scrollo la neve dai capelli Quando canto sguaiata rovinando una bella canzone  Quando cola il mascara e lavo via il trucco sconsolata Quando il pigiama è largo e ci ballo dentro comoda Quando piango forte e si vedono bene le lentiggini e mi baci la fronte e dici "sei bellissima" E' perché la miopia sta peggiorando  E devi rifare le lenti Amore

UN POETA D'AMORE CHE HA UCCISO L'AMORE.

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ATTENZIONE- il seguente articolo contiene uno spoiler digeribile, può causare calvizie, problemi intestinali, potrebbe farvi uccidere "O peggio, espellere". Consultare il foglio illustrativo, il medico e un notaio. Non scrivo da un po’ perché per farmi un’idea chiara del romanzo al centro della mia riflessione di oggi mi ci sono volute parecchie tisane e varie crisi d’identità. D'amore si muore ma io no  di Guido Catalano è proprio un bel libro: è scritto bene da un poeta che riesce ad inserire la poesia nel romanzo senza distruggerne la struttura con lo stile troppo prolisso o artificialmente spezzato che di solito hanno i poeti, è ironico e sa essere fiammingo e approssimativo allo stesso tempo grazie alla minuziosa selezione del lessico. Ha una trama semplice e lineare, ricca di flashback: narra una storia d'amore e in generale l'approccio che ha il protagonista (anch'egli poeta) con le questioni di cuore. E' un protagonista vero perché s

L'eleganza della cultura.

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La sessione invernale mi ha catapultata nella modalità “cogito ergo ancora forse più o meno sum, all’incirca” e  L’eleganza del riccio  è stata una scelta azzeccata rispetto al mio umore filosofico-vegetativo-altalenante. La trama, non delle più gioiose, narra l’incontro fra l’autodidatta Renée, portinaia cinquantaquattrenne di un palazzo signorile di Rue de Grenelle, e Paloma, dodicenne precocemente delusa dalla vita che progetta il suo scenografico suicidio con incendio del proprio appartamento annesso. Le protagoniste, che narrano in prima persona alternandosi fra i capitoli, sono accomunate dalla grande attenzione alle differenze di classe (che trovo leggermente ripetitiva all’interno del romanzo e un po’ artificiosa nel XXI secolo) e dalla stessa sterminata cultura, che cercano accuratamente di dissimulare per condurre esistenze tranquille e prive di aspettative, sottostando a quelle regole sociali che le vogliono l’una ignorante e pigra e l’altra superficiale ed ingenu

Nessuno si salva da solo. Post Flash

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La Mazzantini è come l’uvetta nel panettone, come Picasso, come il PD: c’è chi la ama e chi la odia, o chi semplicemente “non la capisce”. Io, ad esempio, l’utilità del panettone ma senza l’uvetta proprio “non la capisco” e nemmeno capisco la Mazzantini.  Lo stile è conciso, il lessico schietto, la sintassi ha qualche problema di connessione e forse gira ancora in 3G: ci sono proposizioni interrotte a metà o mai iniziate, barlumi di pensieri (tristi) in singhiozzi di frasi. Penso a  Nessuno si salva da solo  in cui scrive “E le torna quella volta. Stavano facendo l’amore, lui sembrava tenerla con tutto se stesso. Poi il suo cellulare aveva squillato.” Normalmente questo tipo di scrittura piace alla gente, che impazzisce per questo stile colloquiale da poeta da stand-up, soprattutto quando la storia è triste (perché le storie tristi piacciono a tutti, ed è per questo che vendono) ma la gente toglie l’uvetta dal panettone e vota Di Maio ed io la Mazzantini non la capisco.  

La Linea d’ombra e la mia ossessione patologica per i libri sui marinai.

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“Ci sono libri che ti cambiano la vita”, dicono.  Penso che gran parte dei libri sulla piazza lo faccia, penso che un bel libro la cambi in meglio ed un brutto libro la cambi in peggio. Ci sono poi degli scritti che non possiamo definire libri: sono fogli pregni di inchiostro collocati in una linea d’ombra in cui non troviamo libri belli o brutti ma pagine piene di parole che non lasciano nulla, nemmeno il male. In questa linea d’ombra, in questo posto oscuro, vivono anche alcuni uomini, uomini che non sono ne’ buoni ne’ cattivi, uomini che sono e non sono allo stesso tempo, che sanno ma ignorano, che parlano tacendo. La Linea d’ombra di cui ci parla Conrad è in realtà un periodo di passaggio dall’età della giovinezza a quella della maturità, una prova di coraggio per il misterioso protagonista accompagnato nella sua prima traversata in qualità di Capitano, tra gli altri, dal giovane ed ingenuo cuoco Ransome con poca esperienza e nel viaggio immediatamente successivo dal vecchio