Credo che la confusione definisca l’andamento della nostra vita molto più di quanto non riescano a fare le certezze. Quando ho letto il primo racconto della raccolta di Questa è l’acqua di David Foster Wallace, che mi è stata prestata e che non restituirò mai perché sono Pennamalefica pur sempre per un motivo, tuttavia, ho percepito di aver acquisito una certezza per me determinate. Nel film Midnight in Paris di Woody Allen il personaggio di Hemingway pronuncia una battuta memorabile : “ Hai mai fatto l'amore con una vera meraviglia di donna? […] E quando fai l'amore con lei, senti una vera e bellissima passione che almeno per quel momento dimentichi la paura della morte? […] Io penso che l'amore vero, autentico, crei una tregua dalla morte; la vigliaccheria deriva dal non amare o dall'amare male, che è la stessa cosa, e quando un uomo vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia come certi cacciatori di rinoceronti o come Belmonte che è davvero coraggioso, è
Alcuni romanzi sono in grado di trasmettere grandi emozioni a lettori di tutte le età, si pensi ad esempio al fenomeno straordinario del Piccolo Principe, il simbolo dei racconti per ragazzi che non si limitano all’avere una funzione meramente ludica ma mirano all’immediata trasmissione di valori, insegnamenti e principi etici. Uno dei libri per l’infanzia che preferisco in assoluto è Il Piccolo Lord, romanzo di Frances Hodgson Burnett. Molte caratteristiche di questo romanzo sono riconducibili alle opere di Dickens, di cui emerge evidentemente l’influenza fra le righe. I temi (dalla povertà all’abbandono, dalla cattiva distribuzione delle risorse all’interno della società alla generale inerzia delle istituzioni in temi di diritti dei minori con romanzi come Oliver Twist di Dickens e La Piccola Principessa di Burnett), il fine di interessare educando (e nel caso di Dickens anche ironizzando), la pubblicazione a puntate (che a quei tempi garantiva un grande interesse da parte del
Il viaggio sul treno che parte da Torino Porta Nuova alle 7 e giunge a Milano Centrale alle 8 è il simbolo della precisione della mia trasformazione. In un’ora esatta la mia personalità cambia e si adatta: a Torino sono in modalità mestamente rassegnata, appena valicato il confine con la Lombardia attivo l’opzione Sopravvivenza. Milano è ottimista, ma di un ottimismo derivante dalla stessa industriale disperazione torinese, rielaborata in chiave statunitense. L’ape dopo il lavoro a Torino non te lo fai: ecco perché hai la stessa flemma in uscita di quando timbri l’entrata. A Milano cammino veloce, rido di più, sorseggio Barolo in allegria. La città all’inizio sembra inospitale per un forestiero: a Torino sei abituato alle finte carinerie, al cioccolatino servito insieme al caffè, al buongiorno allegro di un barista che (ne sei consapevole) vorrebbe fare tutto fuorché il tuo caffè. Milano è più schietta e pragmatica: ti schiaffano la tazzina sul piattino e devi anche muoverti a liber
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