Cara Chiara

Scrivo questa recensione a quasi un anno di distanza dall'acquisto del libro con ancora davanti agli occhi l'espressione stranita del mio accompagnatore che dovette guardarmi muovermi all'interno della libreria come fossi di casa alla ricerca di un titolo fresco.  
L'avevo avvisato "ci metterò un po', mettiti comodo". 
Per fortuna non fu una lunga ricerca. Cercavo una cosa leggera, semplice, allegra.
Non parlare con la bocca piena.
Mi piaceva il titolo, mi piacevano le tazzine da caffè in copertina, era mio.
Poco mi soffermerò sullo stile giacché ormai sapete che non amo fronzoli e frasi da poeti da strapazzo (di cui il romanzo è totalmente privo) e paragonerò la penna di Chiara Francini ad un'acqua brillante con ghiaccio e limone in un'afosa giornata estiva.
I due papà di Chiara, il fidanzato di Chiara, i gatti di Chiara, l'albero di Natale di Chiara, le riviste anni '90 di Chiara, tutto parla di Chiara ma anche di tante altre donne che come lei non sono quello che da loro ci si aspetta che siano. Una trentenne che mangia Galatine e rifiuta divani su divani, che lascia lo svedese perfetto per cercare qualcosa di più (perché la perfezione è banale), è l'emblema della donna di oggi che non tenta di essere ciò che non è perché ciò che è la soddisfa e che parla con la bocca piena. 
Una ventata di emancipazione e vita quotidiana, ciò che stavo cercando in quel marzo 2018, ciò che cerco ancora nei romanzi rosa e che non trovo: una protagonista vivace e fantasiosa che si mette in discussione, finalmente lontana dalla fragile ed insicura donna da best seller che ha bisogno di farsi salvare dall'inarrivabile principe azzurro.
Alla prossima con Mia madre non lo deve sapere, seguito su cui ci sono grandi aspettative.

                                     

                                              

Commenti

Post popolari in questo blog

Questa è l’acqua. Recensione del racconto “Solomon Silverfish” di David Foster Wallace.

Il Piccolo Lord, Charles Dickens e perché i buoni romanzi per l’infanzia andrebbero riletti da adulti.

Lo dice la mano - una storia vera.