Mattia Signorini, Stelle Minori.

Potevi sfruttarla bene, Mattielluccio mio, questa trama.
E invece apro il libro e cosa trovo? Aforismi da banco del pesce, linee temporali sovrapposte senza armonia, ambientazioni raffazzonate, personaggi insipidi, uno stile banale -troppo! 
Stelle minori è il tuo debutto al grande pubblico ed io mi aspettavo di meglio. Hai scritto per Salani, vinto premi, fondato una scuola di scrittura- così leggo su di te dall'aletta anteriore.
Ti ho letto in fretta, Mattì. Pensavo fosse positivo, poi ho chiuso il libro ed ho avuto la sensazione che fosse un romanzo familiare: avevo già letto qualcosa di tuo. Doveva essere così. 
La mia libreria non è d'accordo, in biblioteca prendo solo saggi e tu scrivi romanzi. 
Poi ho capito: avevo letto altri libri con un ritmo ed un tessuto culturale simile, libri che evidentemente anche tu hai letto e risputato nel tuo romanzo, dopo aver masticato lo stile di Michele Serra con la bocca che ancora sapeva di Baricco. Non sei unico, non sei riconoscibile. 
Ho provato a scrivere una buona recensione e tu hai provato a scrivere un buon libro: entrambi abbiamo fallito, ma possiamo comunque dire di averci provato.
Servivi tu, Mattì, per far tornare la mia penna ad essere malefica: hai risvegliato la bestia.


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