JOKER, RECENSIONE

Oggi parliamo di un capolavoro della cinematografia e non di un libro.
Amo il Cinema e su altri canali mi è capitato spesso di esprimere le mie opinioni su film e serie tv ma non ho mai pensato di farlo approdare su Penna Malefica prima di ieri sera, quando nel buio di quella sala è scattato qualcosa in me: ho urgenza di condividere con voi le emozioni che mi hanno travolta.
Quando ci si trova a recensire opere d'arte quali JOKER ci si sente sempre un po' inadeguati: come potremmo, noi semplici spettatori, dare un parere su una pellicola di tale statura ed importanza non solo artistica ma anche sociale? Avrete notato che evito di esprimermi sui grandi classici e sui colossi della letteratura e che mi limito ad analisi e collegamenti con le ultime novità editoriali: è una questione di umiltà, di credibilità. Su Penna Malefica non troverete mai recensioni sui classici e, sebbene io sia convinta del fatto che il Joker di Todd Phillips abbia tutte le carte in regola per diventare un classico al pari di film come Pulp Fiction e Forrest Gump, vorrei affrontare con voi l'analisi di questo capolavoro, senza dilungarmi troppo sugli aspetti tecnici che tutti potrete apprezzare in sala.
Utilizzo il termine 'capolavoro'  perché ritengo che  un film possa dirsi un buon film quando riesce ad intrattenere e che possa dirsi 'capolavoro' quando, dopo averlo visto, esci dalla sala diverso da come sei entrato. Joker riesce proprio in questo: utilizzando l'immagine di un antieroe tratta dalla cultura popolare fumettistica, dipinge la realtà di una società spaccata in cui i primi vincono e gli ultimi muoiono. 
Attraverso la fotografia magistrale, la perfetta scelta della colonna sonora e l'interpretazione da premio Oscar di Joaquin Phoenix, il nostro antieroe diventa l' eroe portatore di un messaggio straziante: la solitudine e l'abbandono che il protagonista sperimenta sulla propria pelle e con cui tutti possiamo empatizzare rendono l'analisi della malattia mentale in questa pellicola seconda solo al ritratto crudo e approfondito della società odierna, in cui le tensioni derivano proprio dalle disuguaglianze e raggiungono l'apice con il caos. In un mondo in cui la gentilezza ed il rispetto vengono meno, in cui la qualità della vita scema vertiginosamente ed in cui la realtà è così brutale da superare le fantasie più macabre, l'unica speranza per gli ultimi è un'inversione di ruoli, che può attuarsi solo attraverso il richiamo dell'attenzione sulla problematica, richiamo che questo film riesce ad operare attraverso la sua piccola rivoluzione in sala.
L'essenza della pellicola è tutta nella scena in cui Joker viene proclamato simbolo di una rivoluzione sociale su un'auto mentre i genitori di Bruce Wayne vengono uccisi: nel caos gli ultimi risorgono e i primi muoiono e la potenza della scena si esprime con il nostro identificarci negli ultimi.
Abbiamo assistito ad un cambio di prospettiva, Gotham sembra avere un nuovo eroe.

"Per tutta la vita non ho mai saputo se esistevo veramente, ma esisto. E le persone iniziano a notarlo."


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