Mi sono inventata un gioco su Instagram: voi mi mandate tre parole, io creo dei racconti personalizzati per tenervi compagnia durante la quarantena. Ecco il secondo, per Sara.


Nino cammina che sembra un uomo, con le scarpette di gomma dura
William James diceva che non si sa perché si è felici, si è felici quando si canta. Sara  canta De Gregori sorridendo e quando lo fa sorridono anche gli altri. Suona il suo piano e per un po’ il suo continuo pensare si ferma, la musica che da lei nasce e con lei cresce resta sospesa nell’universo e le sembra che si disperda ma in realtà arriva alle persone: a volte resta, a volte sfugge e in definitiva non importa granché. Lei suona solo per amore e poiché quell’amore travolge ogni cosa, quando canta trema un po’.
Ma Nino non avere paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore
Cantare significa nascere di nuovo e tutte le delusioni e paure se ne vanno per un po’. Celebrare la vita attraverso la musica non è uno scopo per lei ma una conseguenza naturale del suo stare al mondo poiché certi bambini manifestano la musica dal primo vagito, come nel suo caso. Piangeva forte e svegliava i vicini ma con un certo ritmo e a sette anni si esercitava con grande tenacia facendo eco a Cristina d’Avena, scandendo bene O-O-O-OCCHI DI GAAATTO e riproducendo la sigla di Kiss me Licia con una collana di fiori come la più accanita groupie dei Bee Hive dai capelli assurdi.
Nino capì fin dal primo momento
L'allenatore sembrava contento
E allora mise il cuore dentro le scarpe
E corse più veloce del vento
È difficile avere a che fare con il talento perché se non te ne curi sfugge e se te ne curi troppo ti divora, la soluzione è curartene ma conservarne una parte per te, nasconderne un pezzettino, così quando gli altri vorranno appropriarsene a te ne resterà un po’, Sara lo ha capito in fretta e canta ancora kiss me Licia e se ne tiene un po’.
Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà
Anche se ha le spalle strette
Quest'altr'anno giocherà
Con la maglia numero 7

Questo racconto è dedicato a te Sara: continua a cantare per te, per me, per tutti.
Carlotta Di Cretico.

Commenti

Post popolari in questo blog

Questa è l’acqua. Recensione del racconto “Solomon Silverfish” di David Foster Wallace.

Il Piccolo Lord, Charles Dickens e perché i buoni romanzi per l’infanzia andrebbero riletti da adulti.

Lo dice la mano - una storia vera.