La verità sul caso Harry Quebert

Instagram mi ricorda che sono passate ben 31 settimane dalla fatidica promessa che ho fatto a me stessa di parlarvi "appena possibile" di questo Romanzo da un milione di copie letto in appena tre giorni.

31 settimane in cui la mia vita è cambiata radicalmente e con lei anche io. Mi sono trovata a dover essere coraggiosa, matura, audace, grintosa. La versione migliore di Carlotta è emersa dal decesso della sua versione peggiore, dalle ceneri di quella bruttura, di quell'immobilità mortale in cui la vecchia Carlotta era incappata. Per la vecchia Carlotta quell'immobilità era più patologicamente inaccettabile che fisiologica e diffusa: era necessario uno scossone per riprendere le redini, un golpe della nuova versione di Carlotta ai danni della vecchia. "Resilienza", verrebbe da dire.
Ovviamente no, niente resilienza. Siamo su un blog di un certo spessore, mica tra le righe di un tatuaggio di pessimo gusto sull'avambraccio di una ventenne. Preferisco l'antifragilità di Taleb alla resilienza.
L'idea di attraversare i guai non per ricomporsi e tornare come si era prima, ma la volontà di utilizzare i guai stessi come leva per azionare un miglioramento. Questo era ciò in cui ero impegnata, al punto da non potervi scrivere di questo meraviglioso romanzo.

In realta, La verità sul caso Harry Quebert non è solo un giallo, un thriller, una buona soria: è una dolorosa lezione d'amore di cui tutti abbiamo bisogno. L'amore non-amore si confronta con il peccato, distrugge e logora, è fonte di vita e causa di morte. L'amore non-amore di Joël Dicker è, insomma, una profonda contraddizione narrata da più voci: quella del maestro di scrittura che vende la propria anima artistica alla fama, quella di un uomo che guarda e ama da lontano scivolando nell'ossessione perché non conosce un amore che sia diverso, quello di un amico che prova a liberare il protagonista attraverso una verità complessa e dolorosa. E, naturalmente, l'amore innocente di un'adolescente martoriata dalla famiglia e dalla società, che diventa vittima, poi musa, poi tentatrice, poi colpevole, poi angelica. E proprio nell'affannosa ricerca di un'indentità, scopriamo che il suo amore è forse l'unico sincero, forse l'unico libero.

Questo romanzo ci porta oltre un genere, oltre un titolo, nella straordinaria descrizione della naturale e disturbante esperienza d'amore umana.
Joël Dicker è riuscito nell'ambiziosa impresa di descrivere la perdita dell'innocenza senza mai sessualizzare la figura di un'adolescente, in una narrazione cruda e straordinariamente delicata allo stesso tempo, che non perde di fascino nonostante il moltiplicarsi dei piani della narrazione. Abbiamo assistito alla nascita di un maestro della narrazione, capace di creare e distruggere emozioni come solo uno dei più grandi autori del nostro tempo sarebbe in grado di fare.
Così ci troviamo a provare, immergendoci in una lettura avvincente, il senso di colpa di una società che non riesce a proteggere quell'innocenza, misto alla nostalgia per la purezza perduta di un sentimento che abbiamo calpestato, dimenticato, perso o mai trovato. Un sentimento che abbiamo invocato molte volte, senza mai trovare la collocazione giusta alla parola Amore.
La verità sul caso Harry Quebert è un romanzo che cattura e porta inevitabilmente alla riflessione: non può mancare sul vostro comodino.

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