Lo dice la mano - una storia vera.
Il viaggio sul treno che parte da Torino Porta Nuova alle 7 e giunge a Milano Centrale alle 8 è il simbolo della precisione della mia trasformazione. In un’ora esatta la mia personalità cambia e si adatta: a Torino sono in modalità mestamente rassegnata, appena valicato il confine con la Lombardia attivo l’opzione Sopravvivenza. Milano è ottimista, ma di un ottimismo derivante dalla stessa industriale disperazione torinese, rielaborata in chiave statunitense. L’ape dopo il lavoro a Torino non te lo fai: ecco perché hai la stessa flemma in uscita di quando timbri l’entrata. A Milano cammino veloce, rido di più, sorseggio Barolo in allegria. La città all’inizio sembra inospitale per un forestiero: a Torino sei abituato alle finte carinerie, al cioccolatino servito insieme al caffè, al buongiorno allegro di un barista che (ne sei consapevole) vorrebbe fare tutto fuorché il tuo caffè. Milano è più schietta e pragmatica: ti schiaffano la tazzina sul piattino e devi anche muoverti a liber